Roma nasconde dei piccoli tesori e il Bosco Parrasio o Teatro delle Arcadi è uno di questi. E’ nascosto tra le colline del Gianicolo in uno dei colli più suggestivi e romantici di Roma che io amo follemente. Il Bosco Parrasio si trova proprio lì tra il giardino di palazzo Riario (poi Corsini) e il convento dei Padri Minori Riformati di San Pietro in Montorio ( oggi sede dell’ Accademia di Spagna di Belle Arti).

Ti farò scoprire quello che un tempo era un giardino meraviglioso con delle architetture barocche immerse nel verde assoluto e che mi ha rubato il cuore. Un giardino concepito per “sognare, poetare, dialogare con gli Dei del Parnaso e così trascorrere le ore in leggiadre chimere celesti”

Nel maggio del 1725 sta per nascere uno dei più incredibili giardini del mondo. Per comprendere la realizzazione di questa meraviglia occorre fare un salto indietro nel tempo e fermarsi alla fine del secolo XVI secolo.

Credit: stefanoroma IG – Entrata dell’ Accademia –

IL BOSCO DI PARRASIO: COME NASCE IL MOVIMENTO DEGLI ARCADI

Correva l’anno 1654 e la regina Cristina di Svezia, dopo la sua conversione al Cattolicesimo e l’abdicazione al trono, arriva a Roma. Per quanto brutta, mascolina e prepotente è per la città una specie di regalo: è promotrice di uno dei più importanti circoli culturali del tempo. Nel 1674 fonda l’Accademia Reale che risiedeva a palazzo Riario alla Lungara – oggi Corsini, sede della Galleria Nazionale d’ Arte Antica.

Cristina è una donna originale, scandolosa, coltissima e nel suo palazzo dà libero corso alla passione per il teatro e per la letteratura. Non è un caso che in solo tre settimane di soggiorno i viali del parco siano già affollattissimi di pittori, scultori, filosofi e poeti. Famosi i suoi mercoledì culturali, che per anni costituiscono il punto di incontro della vita intellettuale romana. Fonda il teatro di Tordinona ridonando un volto nuovo a una zona della città tristemente nota per le esecuzioni capitali di ponte S. Angelo.

Roma ormai è la sua vera patria che l’accetta così come è con tutte le sue stravaganze, maldicenze, intrighi, amori libertini e deliri perchè ne comprende il genio.

Nell’ aprile del 1689 però Cristina muore. I membri della sua Accademia sono addolorati e disorientati senza più la loro musa, fulcro della vita intellettuale di Roma.

Il 5 ottobre ( data di nascita di Cristina) del 1690, durante una riunione nel giardino del vicino monastero di San Pietro in Montorio, quattordici letterati e studiosi appartenenti alla cerchia della regina si raccolsero per recitare alterne rime all’ombra delle piante. Il senese Agostino Taia, avendo sentito recitare alcuni componimenti pastorali, se ne esce con questa frase: «Mi sembra che noi oggi abbiamo rinnovato l’Arcadia».

Una voce che diventa manifesto e da qui la voglia di fondare una nuova Accademia: nasce l‘Accademia degli Arcadi.

CHE COSA E’ IL MOVIMENTO DEGLI ARCADI

Quattordici sono i fondatori di questo nuovo movimento. Il leader indiscusso è il canonico Giovanni Maria Crescimbeni, ribattezzato Alfesibeo Cario, che riveste anche l’incarico di custode generale per 37 anni. I patrocinatori si ribattezzano con i nomi dei pastori romani e greci. Lo stemma è il flauto di Pan cinto di rami di alloro e di pino. Il luogo degli incontri doveva essere un bosco che prende il nome della Parrasia. E’ una regione montuosa del Peloponneso (ricordata anche da Omero) abitata, appunto, da pastori e patria, secondo il mito, della poesia bucolica.

Studiano tutto il giorno il mondo classico. Imitano nelle parole, negli atteggiamenti e persino nelll’abbigliamento i personaggi della vita bucolica. Gli arcadi erano artisti che in comune hanno il ritorno al passato, alla semplicità degli antichi pastori dell’ Arcadia. L’intento era quello di combattere il decadente cattivo gusto della poesia del Seicento baroccheggiante con una poesia di carattere semplice con sentimenti d’amore venati di malinconia.

Si stabiliscono i nuovi criteri per accedere e la grande novità, secondo le direttive ispirate dalla regina Cristina, è che nel sodalizio potevano entrare ufficialmente anche le donne.

lA MERAVIGLIA DEL bOSCO PARRASIO

Gli arcadi utilizzano per molti anni alcune sedi provvisorie. E’ una vera e incessante peregrinazione che li conduce da San Pietro in Montorio alla casa del duca Mattei di Paganica sull’ Esquilino, dagli appartamenti di terre del Riario agli Orti farnesiani sul Palatino, dai viali di palazzo Salviati alla Villa dei Giustiniani fuori porta del Popolo. Passano i giorni, i mesi , gli anni e gli Arcadi continuano a poetare e camminare da un ospite all’altro fino a quando non avviene il miracolo.

Il Re del Portogallo, Giovanni V, infatti si innamora di questo movimento letterario e decide di diventare membro dell’ Accademia.

Nel 1725 dona 4000 scudi per la costruzione di “un mirabile Bosco Parrasio” . Viene acquistato l’orto di proprietà dei Livi che per trovarlo occorre arrampicarsi fino alle pendici del Gianicolo definito da uno dei poeti dell’ Arcadia “ quell’erto colle, che il frondoso tergo/rivolge al sol che in occidente inchina/e tutta scorge la città latina”. Un luogo all’aperto per declamare le proprie opere e che servisse anche come archivio delle poesie e dei documenti che viene chiamato ” serbatoio”.

PROGETTO DEL BOSCO PARRASIO

Il progetto è dell’ architetto Antonio Canevari, arcade anche lui, e del suo allievo ventotenne Nicola Salvi chiamato Lindreno Issuntino (che tutti ricordiamo per la realizzazione della fontana di Trevi).

Il 5 ottobre del 1725 viene posta la prima pietra del giardino. Il primo giorno sulla propria terra è una grande gioia per tutti gli artisti che infatti poetano, cantano e suonano per 48 ore di seguito.

L’ architetto Antonio Canevari progetta edifici e risolve brillantemente il problema dell’inclinazione del pendio strutturando il giardino su tre diversi livelli, con una struttura che dona il senso della verticalità. Le rampe dei gradini sono come onde del mare perchè procedono con un andamento articolato e manieristico tipico del tardo barocco. L’articolata scalinata ricorda quella di Piazza di Spagna. Le rampe conducono ad un minuscolo anfiteatro dove ci sono 3 file di sedili ed un leggio in marmo che serviva agli artisti per declamare le proprie opere. Dietro l’anfiteatro c’è una sorta di quinta teatrale formata da colonne e dietro una palazzina restaurata successivamente da Giovanni Azzurri. Uscito da questo primo scrigno con una copertura tipo ” pantheon” si giunge ad una stanza rettangolare. La parete di fondo ha una curva per dare l’illusione di un’abside.

– Scalinata dell’ Accademia dell’Arcadia –
Credits: claudiaviggiani IG – Anfiteatro –

Il progetto, purtroppo, non venne mai concluso perchè i 4000 scudi donati dal Re non erano abbastanza per completarlo. Erano previste 11 statue nel disegno originario mai realizzate. Ad ogni modo il lavoro svolto dai due artisti ( Canevari e Salvi influenzati dagli insegnamenti di Michelangelo, del Berninini e Borromini che non disdegnavano) è stato straordinario. Le architetture si sposano con i glicini, con gli oleandri, con i lecci, con i castagni creando uno spazio in cui la natura s’ intreccia con la poesia. Su tutto trionfa la vegetazione ricca, libera e rigogliosa, armoniosa e gioiosa.

Un sogno che è diventato realtà!!!

La bellezza del visitare il Bosco di Parrasio è sicuramente quella di vivere un’esperienza immersiva nella natura e rivivere le emozioni dei poeti. Perciò godetevi lo spettacolo e state in ascolto perchè è come se si sentissero ancora echeggiare le voci dei lirici che in questo bosco hanno reclamato generazione dopo generazione il frutto della loro ispirazione.

contatti:

Per visitare il Bosco di Parrasio per poter rivivere l’ atmosfera dei poeti puoi prenotare inviando una e.mail al custode generale dell’ Accademia : info@accademiadellarcadia.it

Al momento le visite sono possibili solo il venerdì mattina dalle 11.00 alle 12.00 per gentile concessione della famiglia Carraro.

A presto!!

Viaggiaividivici

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